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Karel Vysušil
1926-2014
Nasce il 4 novembre 1926 a Trmice, presso Děčín nella famiglia di Venceslao e Hermina Vysušil.
1942 - 1944 frequenta la scuola serale di arti decorative di Jaroslav Masák in Vodičkova Ulice a Praga, qui conosce Richard Fremund, con il quale più tardi condivide l’atelier a Smíchov, quartiere di Praga.
1945 – 1947 supera l’esame di ammissione all'Accademia di Belle Arti di Praga, e studia con il prof. Karel Mlinář, successivamente cambia e studia la specializzazione del paesaggio con il prof.Otakar Nejedlý, conosce altri compagni della sua generazione Robert Piessen e Jitka Kolinská, studiando nello stesso periodo storia dell'arte presso la Facoltà di Filosofia dell'Università Carlo. La cerchia di amici comprende il futuro storico dell'arte Frantisek Dvořák.
Nel 1948 stabilisce il proprio atelier a Smíchov,
1950 conosce il fotografo Josef Sudek,
1952 è ammesso al Gruppo Hollar e all'Associazione di Libera Grafica
1953 è accettato come membro del SČVU (Svaz českých výtvarných umělců) 1954 conosce la sua compagna di vita Nadia Karasová, nata nel 1933.
1954 - 1956 frequenta i membri del futuro gruppo “Máj”, con i quali nel 1956 partecipa alla prima mostra della rinascita “La Mostra degli Undici” nella sala Ars in Piazza Venceslao, a Praga. Nel mese di dicembre 1956 nasce il Gruppo Máj 57.
1957 di maggio viene allestita la prima mostra del Gruppo Máj 57, presso l’Obecni Dům di Praga. Nell’ambito del Gruppo G, l'artista espone nel Teatro rococò.
1958 IIa Mostra collettiva del Gruppo Máj 57 nel Palazzo Danubio in Narodni Třida 8, Praga; III. Mostra del gruppo Máj presso la Galleria Sztuki nowoczesnej, a Varsavia. Nascita del figlio Martin.
1959 viene allestita la sua prima mostra personale alla Galeria Hollar a Praga e all'estero alla Galleria Biberstasse a Vienna, Austria; Fondazione del Gruppo G7.
1961 IVa Mostra del gruppo Máj 57 a Pardubice, ma Karel Vysušil non vi espone, poichè i suoi interessi sono ormai rivolti altrove. Verso la fine dell'anno il Gruppo Máj 57 si scioglie.
1962 prima partecipazione alla prestigiosa rassegna internazionale “Japan Prints”, Tokyo, Kyoto, Giappone - premiato con una targa d'argento.
1965 insieme con il tipografo J.Tyfo e il pittore J. Sklenař fonda il Gruppo LG 5 a cui aderiscono anche J. Králík e J. Novák. 1966 è tra i fondatori della Galleria di Smíchov, che contribuisce in modo significativo alla valorizzazione dell’arte ceca contemporanea,
1969 mostre personali in Germania occidentale e in Svizzera,
1970 inizio del periodo di normalizzazione. Scioglimento per provvedimento amministrativo del Gruppo Hollar; inizia la tradizione di incontri presso l’officina grafica in Říčná ulice a Újezd; 1972 espone alla Baruch Gallery, Chicago, Stati Uniti d'America,
1977-1978 la Galleria Butscher organizza una personale di Karel Vysušil itinerante in diverse sedi della Germania Ovest, 1980 mostra a Berlino Ovest,
1986 personale all’esposizione dell’arte Cecoslovacca in Germania Ovest, 1990 mostra a Monaco e Dusseldorf, Germania Ovest,
1993 espone in mostra in Olanda 1997 a Budapest, Ungheria, 1998 vince il premio Franz Kafka, del Circolo Europeo Franz Kafka,
1997 - 2014 lunga serie di mostre personali in gallerie pubbliche e private in tutta la Repubblica Ceca.
2015 - mostre personali in Repubblica Ceca, Mostra a Palazzo Medici Ricardi Firenze Italia


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Antologia critica


“Quando Karel Vysušil apparve sulla scena dell’arte Ceca nel 1955, era già un artista completo. In quell’anno fu accettato come membro dell’associazione degli artisti grafici Hollar, avendo prima già esposto con gli altri membri del gruppo come ospite. In quello stesso periodo, cominciò a formarsi un gruppo di giovani artisti sotto il nome di “Máj” (Maggio). Il Gruppo si dette il compito di resistere all'assalto dell'ideologia marxista-leninista, assecondando le naturali e non programmate disposizioni di ogni partecipante. Alla testa del gruppo si collocavano Richard Fremund, Robert P
ieseň, Libor Fara, Jiří Balcar, e uno dei più attivi tra di loro era proprio Karel Vysušil. Nel gruppo si presentava esclusivamente come pittore. L'alternarsi tra queste due attività, grafica e pittura, influenzato dagli artisti grafici del gruppo Hollar e dai pittori del gruppo Máj, è stato il modo di svolgersi dell’intera vicenda artistica di Vysušil fino ad oggi. Questi due aspetti della sua attività artistica, non fanno che confermare che Karel Vysušil è nella sua essenza, fondamentalmente artista creativo ad orientamento pittorico, ma le circostanze e le opportunità espositive, soprattutto all'estero, gli hanno aperto maggiori possibilità di farsi conoscere attraverso la tecnica grafica.
Ogni sua opera grafica esprime una costante irradiazione di valori pittorici. Ciò è evidente già dai suoi primi fogli grafici, che gli permisero l’ingresso nel mondo della grafica professionale, realizzati negli anni ’50 con la tecnica dell’incisione a “punta secca”. Il loro stile espressivo, anche quando si trattava di ritrattistica, aveva dentro di sé il concetto di struttura spaziale, per la grande libertà delle linee. Più tardi, dagli anni Sessanta, gli si aprirono nuove possibilità grazie alla tecnica della litografia a colori. Queste caratteristiche esteriori del suo lavoro suggeriscono che le tecniche grafiche sono per Karel Vysušil qualcosa di completamente strumentale, e che i suoi concetti pittorici sono sempre in primo piano, anche se non assume mai un atteggiamento dogmatico a tal proposito. Al contrario, sa spontaneamente incorporare tali principi come valori dominanti in ciascuna stampa. Ciò vale anche per i primi anni della sua attività grafica, orientata prevalentemente verso temi realistici, ancorata all’osservazione del mondo circostante o allo studio del volto umano.
La parola "realismo" è però fuorviante se usata per descrivere le caratteristiche anche dei suoi primi lavori, perché ciò impedisce di esprimere la sua grande intimità con il "reale". Per lui il reale funzionò semplicemente come trampolino per una sua personale, libera interpretazione pittorica. La concezione pittorica nei lavori grafici di Karel Vysušil è un qualcosa di veramente a priori, un orientamento di fondo di tutto ciò che lo impegnava artisticamente. Per questo, la mostra è la logica estensione del suo lavoro, riflettendo qualcosa che Vysušil ha portato con sé lungo tutta la vita e che ha anche riversato negli originali
collages, composti come dialogo tra idee e materiali. Questi collages li ha creati in periodi successivi del suo lavoro, senza immaginare di rielaborlarli in futuri sviluppi, in un altro contesto visivo. Sono costanti protagonisti e allo stesso tempo vengono essi stessi trasformati verso un nuovo linguaggio figurativo. Si può ben dire che da questo punto di vista Karel Vysušil, in occasione del suo giubileo, può guardare al proprio lavoro come a qualcosa di ben fatto e a una missione artistica compiuta in maniera originale nella cultura visiva contemporanea.

Dr. Frantisek Dvořák (2006)

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“Nella cultura figurativa ceca della seconda metà del 20 ° secolo, ha svolto un ruolo cruciale la generazione di artisti nati negli anni venti. Gli artisti di questa generazione, per lo più laureati nel dopoguerra presso le scuole d'arte di Praga come l’Accademia di Belle Arti e l'Accademia delle Arti, dopo anni di stagnazione durante la 2 ° guerra mondiale e il periodo successivo tra la fine degli anni 40 e la prima metà degli anni 50, gli anni della rinascita, hanno cercato di riallacciarsi sia alle tendenze dell'arte di prima della guerra, sia alle tendenze artistiche a loro contemporanee e a quelle internazionali. Il sintomo di tali cambiamenti fu l’allestimento di una serie di mostre e la creazione di un certo numero di associazioni artistiche, oltre alla riattivazione della tradizionale associazione Hollar, nonché l'emergere del leggendario gruppo “Máj 57”, in cui il ruolo trainante di fondatore venne svolto dall’importante pittore e artista grafico ceco Karel Vysušil (b. 1926). La sua mostra alla Galerie Dion si svolge in occasione dell'anniversario del 85 ° compleanno dell'artista. Un’ampia scelta della pittura e delle opere grafiche di Karel Vysušil possono essere visualizzate attraverso il prisma del tempo, sottolineando come queste tecniche abbiano caratterizzato il lavoro dell’artista nei successivi periodi di tempo. La mostra è concepita come retrospettiva, per questo la selezione delle opere e la loro installazione è divisa in tre sezioni: la mostra inizia presentando una serie di dipinti più vecchi, degli anni 1950 – 1990; il centro dello spazio espositivo è riempito dalle litografie degli anni 1970 – 2000; si chiude, infine, con la collezione dell'autore di grandi collages dal 1990 - 2010. Inizialmente l'opera artistica di Vysušil era in gran parte dedicata al paesaggio. Ciò è reso evidente dal quadro “Krajna z Prokopského udoli” (Paesaggio della valle Prokop, 1958) e dal quadro “Krajna z Prokopského údoli a továrna” (Paesaggio della valle Prokop con Fabbrica, 1958).
La qualità della pittura è libera ed espressiva, mentre i colori sono raffinati, facendo riferimento alla tavolozza cromatica di Václav Spála (dominanza di blu e verde con schegge di rosso), sviluppando legami col fauvismo. Il tema principale nella produzione di tutta la vita artistica è l'uomo e la sua vita, nell’opera iniziale rappresentato dalle trasposizioni espressive di grande effetto dei quadri “V hnizdě” (Nel nido, 1959) e “Profil ženy” (Profilo di donna, 1961). Nei primi anni sessanta appare un altro tema che caratterizzerà tutta l'opera successiva, vale a dire lo spazio. Questo tema viene affrontato nel ciclo di opere omonime “Prostory” (Spazi, inizi anni ’60), composizioni concepite sulla divisione in verticali e orizzontali, dipinti in cui lo spazio si trasforma in linee di contorno che definiscono varie aree di colore, la cui interazione evoca negli occhi e nella mente dello spettatore la sensazione del ritmo. Col passare del tempo avviene anche il passaggio dell’immagine verso l’astrazione (“Bez názvu”, Senza titolo, 1961). Il percorso logico di Vysušil matura fino ad approdare all’Action Painting, utilizzando la tecnica del Dripping, per creare immagini da striature di colori (vernici e polimeri), appoggiando il quadro orizzontalmente. Eliminando il rapporto diretto, classico con la tela, posizionato sopra di essa, con gesti di “strisciamento” del colore che si basano su principi di automatismo e casualità, l'artista proietta il suo subconscio. Nello stesso tempo la rivelazione di uno spazio infinito, tracciando linee che non delimitano, spinge a percepire l'illusione della profondità. Dopo il 1965, nella produzione pittorica si assiste a un ritorno a elementi figurativi e compositivi, come suggerisce “Profil objekt” (Profilo dell’oggetto, 1969-1999). Le creazioni degli anni 1970-2000 comprendono ritratti, fusione di figure e spazi astratti, tornano anche temi precedenti. Le immagini sfociano in una composizione complessa che coinvolge la moltiplicazione e la messa in serie di elementi, che si caratterizzano per il loro simbolismo, combinandosi in scene, ricomponendo frammenti d’immagine in una sola, le figure si presentano su sfondi fantastici (“Objekt – Stroj”, Oggetto – Macchina, 1990), si fa strada il principio narrativo. Dall'inizio degli anni sessanta Karel Vysušil sviluppa anche la produzione litografica, le litografie oggi, insieme con i collage, sono il polo dominante della sua opera d'arte. Nello sviluppo della medesima tematica usa anche tecniche diverse, cosa che spesso si riflette anche nei nomi correlati o identici delle diverse opere (per esempio quadro, litografia e collage “Mimozemšt’an” - Extraterrestre). Quindi, in sequenza possiamo citare il foglio “V Prostoru” (Nello spazio, 1961), la composizione di orizzontali e verticali e la litografia “Běžec” (Corridore) non solo linee, ma anche cerchi, archi e settori circolari. Sono costruite non come immagini statiche, ma come espressioni esplicitamente dinamiche, che moltiplicano il ritmo delle fasi, tratteggiano la superficie e contrastano lo spandersi della varietà cromatica. Tra le litografie correnti di quel periodo possiamo trovare composizioni in cui usa lettere dell’alfabeto come elementi simbolici (“Rozpětí křídel”, Apertura alare, 1986; “Poezie pod střechou”, Poesia sotto il tetto, 1994), che con il loro carattere archetipico, simboleggiano il percorso della civiltà umana. Anche il ciclo “Profil” (Profilo, 1967-68) ha carattere simbolico, i cicli tematici “Sny, Ptáci, Hlavy” (Sogni, Uccelli, Teste) hanno caratteri geometrizzanti, riecheggiano motivi del labirinto (“Labyrint”, 1987). Un altro grande tema sono le storie di fantascienza (“Mimozemšťané III.”, Aliens III., 1986), la dinamica degli eventi è enfatizzata dalla disaggregazione del movimento in fasi, per esempio nella litografia “Kráčející” (Passante, 1998).
Nella sua attuale creazione litografica Karel Vysušil applica un intreccio di elementi figurativi e astratti, discute temi di attualità, come sono ad esempio il “Big Brother”, cioè l’attuale tendenza a osservare la vita delle persone attraverso l’onnipresenza di telecamere (“Velké oko”, Il Grande occhio, 1999) e gli antagonismi sociali (“Střetnutí”, Incontro, 2005). Karel Vysušil considera i collage come trasposizione di dipinti, vi si dedica come uno dei creatori più importanti tra gli autori cechi. E' noto anche per il suo originale apporto a questa tecnica creativa: negli anni '70 inventa l’autocollage, cioè composizioni nate dall’assemblaggio di frammenti di proprie opere grafiche e di disegni; solo più tardi arriva anche all’inserimento di illustrazioni tratte da giornali. Nella creazione di collage mantiene il processo classico: dalla sintesi dei frammenti è assemblata una nuova immagine, i temi sono sviluppati in cicli, i quali sono composti dalla medesima immagine che si sviluppa progressivamente e successivamente. Le opere incluse nella mostra ci permettono di osservare i principali gruppi tematici dei collage. In molte composizioni l'artista richiama l'attenzione sulle minacce alla civiltà (“Atomový věk”, L’Era atomica, 1970; “Pomník minulosti”, Monumento del passato,1980; “Stíny Hirošimy”, Le ombre di Hiroshima, 1986-87), e guarda al comportamento auto-distruttivo del genere umano, sottolineando la necessità di guardare dentro se stessi e porvi rimedio. In altri collages sviluppa la sua immaginazione (“Fantaskní pták”, Uccello fantastico, 1976), così come nei dipinti appare il tema del volto (“En face klauna”, En face del pagliaccio, 1997) e il tema dello spazio (“V Prostoru”, Nello spazio, 1996). Colpisce la visualizzazione delle azioni scomposte in fasi, cioè la scomposizione del movimento (“Běžící” Corridore; “V pohybu”, In movimento, 1994). Un ciclo di collages contiene una forte carica fantastica, creando un ponte che arriva fino ad Arcimboldo (“Profil fantoma”, Profilo del fantasma, 1993); la carica di mistero è supportata anche dall’ambivalenza delle scene visive: in loro infatti nulla ha un solo significato. Diverse volte si manifestano i riflessi della civiltà tecnologica (“Atomový Věk II.” Era atomica II., 1999-2003; “Pocta Einsteinovi”, Omaggio a Einstein, 2006) fino ad arrivare a una visione di fantascienza.
La presente mostra illustra il lavoro dell'artista, fornisce esempi dei suoi dipinti e opere grafiche. Inoltre proponendo il lavoro dell'artista nel continuum temporale, cerca di catturare il procedere del pensiero dell'artista in relazione allo scorrere del tempo, di mostrare il riferimento alla lotta eterna dell'arte per scoprire e toccare la verità, l'essenza del mondo e il senso della vita. Lotta non facile anche per Karel Vysušil, gravato dalle pressioni e dagli sconvolgimenti della società, dai cambiamenti della sua vita politica e culturale, così come della coscienza generale. L’opera creativa di Vysušil e il suo lavoro sono quindi parte della nostra storia, sono un’immagine della società e del tempo.
Ivo Janoušek (2011)
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